La diga del Gleno

Il sentiero per la diga del Gleno parte dalla frazione di Pianezza. Una piazzetta circondata da poche case. Pianezza è tutta qui. La strada arriva e non va oltre.
Da giugno a settembre, ogni quindici minuti, una navetta fa la spola da Vilminore, portando i turisti. Gli altri mesi dell’anno lo stesso pulmino accompagna i ragazzi a scuola.
Arrivo a Vilminore che sono da poco passate le sette. Sulla navetta sono solo. L’autista dispensa informazioni, fiero del suo lavoro.
È una mattina di giugno assolata. La Presolana si concede in tutta la sua bellezza.
Il primo tratto del sentiero per il Gleno si snoda ripido nel bosco. La fatica accompagna solo i primi passi. Più cammino, più salgo, più mi sento bene. Il sentiero s’addolcisce in quota, quando il bosco si dirada. Un passaggio esposto è protetto da funi metalliche.
Il rudere della diga è impressionante. Mi sento minuscolo ai suoi piedi, inerme. «Ti aspettavo da tempo!» sembra dirmi.
Non c’è nessuno; solitudine gradita. Cerco l’ombra di un abete. Mi tolgo lo zaino. Vorrei togliermi anche i pensieri. Chiudo gli occhi, ascolto il vento.
Alla diga sono arrivato presto, la mattina è ancora lunga. Decido di proseguire. M’incammino verso il passo di Belviso. Il torrente Povo gioca tra le rocce a fare salti. Qui si possono incontrare gli orsi.
La corona di cime che mi abbraccia si sta ammantando di nubi. Sono solo e non c’è campo. Non salgo fino al passo, meglio rientrare.
A Pianezza m’aspetta la navetta. Non la prendo. Torno a Vilminore a piedi, mentre sulla diga si abbatte un temporale.

Le ragioni del profitto hanno avuto la meglio sul rispetto delle persone e dell’ambiente. La storia della diga del Gleno racconta questo.
A Pianezza, dove parte il sentiero, un espositore ricorda in poche righe quel che accade un secolo fa. E conclude: “Salire alla diga del Gleno è anzitutto un omaggio alla memoria dei tanti che videro spezzate le loro vite e le loro speranze, ma anche un’occasione per fare tesoro della lezione del passato e per apprezzare la bellezza di un paesaggio di grande suggestione. Per questo ti chiediamo di visitare questi luoghi con rispetto, lasciando che i segni della natura e della storia possano conservarsi intatti per chi verrà dopo di noi”.

Vilminore (BG)
1° giugno 2025

Il racconto di questa pagina è tratto dal libro “Le mie Orobie”
Pubblicazione prevista  ottobre 2025